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Il più grande disastro ecologico che in Brasile, a scapito del Pianeta, si sta scientificamente perpetrando: la distruzione del polmone del mondo, la foresta Amazzonica. Una scellerata politica in corso è atta a ricavare legname e sfruttare, senza ritegno, le grandi ricchezze geologiche di questa incontaminata regione. Prendendo spunto da questo l’autore imbastisce una fitta trama, che ci permette di vivere una storia inventata, ma realistica, di un’altra, autonoma e autoctona, razza umana. Un romanzo antropologico sulla sopravvivenza, sulla bestialità umana contrapposta, un romanzo a tratti crudo, mai noioso e dal taglio fortemente cinematografico.